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Venezia segreta 1

Venezia segreta

Venti tesori nascosti per un’avventura indimenticabile

Stanco dei soliti itinerari turistici? Desideri vivere un'esperienza unica a Venezia, alla scoperta di angoli segreti e tesori nascosti? Allora questo è l’itinerario che fa per te! Immergiti in un'avventura alla scoperta di 20 attrazioni insolite, lontane dalla folla e dai circuiti turistici battuti consigliate da Hinc Domus. Lasciati guidare dalla tua voglia di scoperta e preparati a vivere la magia di una Venezia autentica e sconosciuta.

Nel sestiere di Dorsoduro

Il dipinto più grande
La scarna e incompiuta facciata della Chiesa di San Pantalon nulla farebbe trasparire che al proprio interno si celasse il dipinto su tela più grande al mondo. Sul soffitto della chiesa dedicata al santo patrono dei medichi e delle ostetriche, quel che potrebbe apparire come un affresco è in realtà un dipinto a olio su tela gigantesco e lo si può notare perché alcune parti sporgono dai muri. Si tratta di ben 40 tele unite tra loro, a rappresentare, nei suoi 443 metri quadrati, il Martirio e la Gloria di San Pantaleone avvenuto nel 305.

Il campanile mozzato
Nel corso dei secoli molti sono i campanili che sono crollati a Venezia. Quando l’instabilità veniva scoperta in anticipo una delle soluzioni era quella di ridurlo di altezza. Il campanile dell’ex Chiesa di Santa Margherita, protettrice delle partorienti e soppressa dalle riforme napoleoniche, fu mozzato nel 1808 perché ritenuto poco stabile.

Il mezzo pozzo
Alla fine di Calle dell’Aseo, dove questa si allarga, addossata ad un muro si trova un mezza vera da pozzo, cosa davvero insolita per Venezia. Un tempo a Venezia l’acqua dolce non poteva che essere piovana. I pozzi erano in mezzo alle piazze e ai cortili (campi e corti in veneziano) perché questi fungevano da grandi imbuti di raccolta dell’acqua piovana. Sotto questi campi e corti veniva messo un consistente strato di sabbia che serviva a filtrare l’acqua. Sotto alla sabbia uno strato di argilla impermeabilizzante in modo che l’acqua dolce non si mescolasse all’acqua salata dei rii. Non c’è dubbio pertanto che questo pozzo, un tempo, era in mezzo alla sua corte. Per qualche motivo, ora misterioso, la corte è poi stata poi divisa da un muro fatto passare proprio sopra la vera da pozzo, tagliandola di fatto a metà. Metà ancora alla vista dei passanti e metà all’interno del cortile privato.

El frutarol de San Barnaba
Si chiama “La Barca San Barnaba” ed è un negozio di frutta e verdura galleggiante nei pressi della Chiesa di San Barnaba. Nell’imbarcazione multicolore c’è la verdura e in appoggio in un piccolo locale posto di fronte c’è la frutta. Questa attività è stata avviata nel lontano 1947 dalla famiglia Tiozzo ed è di certo el frutarol più fotografato di Venezia!
Apertura:  dal lunedì al venerdì dalle 7:00 alle 19:00 e il sabato dalle 7:00 alle 17:00

La sveglia della strega
Impossibile accorgersi che a 7 m di altezza sulla parete di una normale casa, è appesa una sveglia che ha lo scopo di calmare lo spirito di una strega che si dilettava nella magia nera. Si racconta che alla morte della strega, la casa rimase chiusa per anni perché nessuno ci voleva abitare a causa della presenza di continui e strani rumori. Un giorno, quasi per scherzo, un barbiere che aveva bottega proprio in quella calle, chiese a degli operai che stavano lavorando li, di appendere la sua vecchia sveglia, pensando che potesse aiutare la strega a stabilire l’ora delle sue fatture nell’aldilà. I fenomeni immediatamente sparirono. Passato del tempo e dimenticato lo scopo, la sveglia venne rimossa. Ricominciarono a manifestarsi fenomeni inquietanti: rumori, visioni, sparizioni di oggetti e piccoli incidenti. Ci si ricordò del rimedio: una nuova sveglia venne ricollocata e tutto tornò a pacificarsi. Di nuovo, qualche anno più tardi, la sveglia venne rimossa, questa volta per dei lavori di restauro e subito i fenomeni si ripresentarono. Da quel momento una sveglia è sempre presente. Quella attuale, addirittura protetta da una teca trasparente in modo che non abbia a rovinarsi e cadere, esponendo così la casa a nuovi sortilegi.

Nel sestiere di San Polo

Il ponte più vecchio
Secondo le Chronicon Altinate (del XIII secolo) la nascita di Venezia avvenne il 25 marzo 421 a Riva Alta (Rialto). Pertanto è corretto iniziare a cercare il ponte più vecchio in quella zona. Alcune fonti citano proprio il Ponte di Rialto (costruito dal 1588 al 1591) che è indiscutibilmente il più antico sul Canal Grande. Ma lo è anche rispetto a tutti gli altri? Parte di chi sostiene di no, concorda su un ponte privato, sempre in zona Rialto, che attraversa il Rio de le Becarie. Si tratta del Ponte delle Poste Vecie, che oggi collega la fondamenta dietro il Mercato di Rialto all’Antica Trattoria Poste Vecie. Le caratteristiche ci sono: piccolo e di conseguenza molto arcuato per non ostacolare le barche, semplice e senza fronzoli come s’addice ad un ponte antico. Viene da tutti descritto come un ponte in legno, annerito dalle tante intemperie e anche questo s’addice a un ponte antico.

Gli orologi a Venezia hanno 24 ore
Osservando la torre dell’orologio, la facciata della chiesa di San Giacometo a Rialto o ancora l’orologio all’interno del Fondaco dei Tedeschi, ti accorgerai che il quadrante non è diviso in 12 ore, ma in 24! La ragione è semplice, alla fine del XIV secolo le meridiane furono sostituite dai primi orologi, che inizialmente mantennero la stessa conformazione. Col tempo, ci si accorse che diventava difficoltoso contare ogni rintocco, così il quadrante venne modificato come lo conosciamo oggi.

La porta con la pancia
Siamo a poco più di 100 m in linea d’aria da Riva del Vin. La porta di questo antico deposito è davvero molto singolare e piuttosto funzionale: la base dei montanti è sagomata in modo da far passare delle piccole botti.

Nel sestiere di San Marco

La lampada di Marforio
In campo San Salvador è impossibile non notare il grande drago alato in ferro battuto che sostiene una lampada. Quel che invece non si nota è che la lampada in ferro e vetro colorato rappresenta tre ombrelli aperti. Si trattava infatti, dell’insegna distintiva e unica nel suo genere, della celebre bottega “Fabbrica ombrelli Bartolameo Marforio”, gestita sin dalla nascita nel 1875 dalla stessa famiglia attraverso cinque generazioni e purtroppo chiusa ormai da qualche anno. Fin dalla sua apertura, dire Marforio a Venezia, voleva dire ombrelli di qualità.

La palla di cannone conficcata
Sul lato sinistro della facciata della Chiesa di San Salvador, alla base della prima colonna, è incastrata una palla di cannone. Il 6 agosto 1849, il proiettile si conficcò nel punto dove ancora oggi è visibile, senza arrecare ulteriori danni alla struttura.

Il piede del Tetrarca
Chiunque sia stato in Piazzetta San Marco avrà notato accanto alla Basilica le statue dei 4 Tetrarchi, cioè dei comandanti dell’impero romano d’oriente e dell’impero romano d’occidente, i due Augusti (Diocleziano e Massimiano) e i due Cesari (Galerio e Costanzo Cloro). Sono scolpiti nel durissimo e pregiato porfido rosso turco, ma qualcuno potrebbe invece avere notato che un piede è realizzato in bianca pietra d’Istria. Quando sono stati trafugati nel 1204 da Costantinopoli (l’attuale Istanbul), un piede si è rotto ed è stato ricostruito a Venezia. La cosa più incredibile e meno conosciuta è che negli scavi del 1965 a Istanbul nei pressi del Myrelaion (l’attuale moschea Bodrum), dopo 761 anni il piede mancante è stato ritrovato ed è conservato nel Museo Archeologico di Istanbul.

La chiesa più piccola
La Chiesa di San Gallo è la più piccola della città. Secondo le disposizioni dei procuratori, non avrebbe potuto superare i nove passi di larghezza e i venti di lunghezza, badando inoltre a non compromettere il funzionamento del pozzo antistante. Fu eretta nel 1581 e dicono ampliata nel 1703. Ma quanto era piccola allora all’inizio?

Nel sestiere di Castello

Arco, Ponte e Calle del Paradiso
Il ponte e la calle si distinguono in particolare per l'arco cuspidato gotico, posto fra due case adiacenti al ponte. Si tratta di un'opera in marmo del '400 che raffigura la Madonna che nel passato aveva ai lati gli stemmi delle famiglie Foscari e Mocenigo, ora non più presenti.

Il palazzo circondato d’acqua
Pochi sono gli edifici veneziani circondati d’acqua su tre lati. Davanti a palazzo Tetta, il Rio de Santa Marina si biforca formando il Rio de San Giovanni Laterano a sinistra e il Rio de la Tetta a destra. Tale caratteristica, ben visibile dal Ponte dei Conzafelzi, rende questa casa tra le più curiose e fotografate di Venezia. I suoi abitanti vi hanno accesso solo tramite una piccola fondamenta privata che parte direttamente da Ponte Tetta.

La porta bluIn una calle laterale di Ruga Giuffa, che sembra senza uscita, si trova una delle porte più fotografate di Venezia. Non è l’entrata di un palazzo famoso, né presenta lavorazioni particolari rispetto ad altre porte. Ma il punto in cui si trova (in fondo a una calle dritta, alta, lunga e stretta), la forma gotica (ripresa anche della finestra soprastante) e soprattutto il particolare colore blu (splendidamente decolorato dall’uso e dal tempo), la rendono particolarmente fascinosa.

Il palazzo coi conigli
Oggi come allora, abbellire il proprio palazzo, renderlo unico e diverso dagli altri continua ad essere importante per i proprietari veneziani. Questo palazzo nel 2013 aveva un semplice balcone fiorito come ce ne sono tanti altri. Nel 2018 lo si vede abbellito con 6 conigli (4 sopra e 2 sotto ai lati). Nell’immaginario collettivo il coniglio è sinonimo di riproduzione e qui sembra che questo valga anche per quelli di pietra dato che oggi sul balcone, i conigli sono diventati 8. Ottima l’idea, bellissimo l’effetto scenico, di certo un motivo in più per immortalare questo bel palazzo con la facciata sull’acqua.

Un cuore di pietra rosso
La leggenda narra che qui abitasse un pescatore di nome Orio. Un giorno, mentre pescava, sentì un grido d’aiuto provenire dal mare. Era rimasta impigliata nelle sue reti una bellissima sirena di nome Melusina. I due si innamorarono, ma Melusina aveva una maledizione: ogni sabato si trasformava in un serpente. Dopo la sua morte, Orio trovò la casa sempre in ordine, finché non uccise un serpente che era in realtà Melusina. In ricordo di questo amore tragico, venne posto un cuore di pietra rosso, dove si trovava la loro casa.

L’orologio dipintoLa facciata della Chiesa di San Francesco di Paola presenta un curioso orologio che segna sempre la stessa ora. Non si tratta però di un vero orologio che non funziona. Esso è stato volutamente dipinto a fissare per sempre quell’ora. Il finto orologio segna le 9.30, cioè l’ora in cui secondo la tradizione, sarebbe morto il Santo, il 2 aprile 1507 (un Venerdì Santo) a ben 91 anni.

Il sottoportego più basso di Venezia a Castello in campo Ruga
Si chiama "Zurlin", porta in una piccola corte e, se si è alti più di un metro e sessantacinque si dovrà abbassare la testa per passarci sotto. Questo luogo, oltre a essere leggendario per le sue dimensioni, e perché conduce a una corte molto suggestiva, lo è anche perché, la tradizione orale della città lo vede protagonista di un mistero legato a un fantasma avvistato proprio qui.

Nel sestiere di Cannaregio

Il ponte senza sponde: Il ponte Chiodo
Un tempo i ponti di Venezia, soprattutto quelli più piccoli, erano senza sponde, per agevolare il trasporto di merci e oggetti ingombranti finché non si privilegiò la sicurezza dei passanti. A poco a poco tutti i ponti della Laguna vennero dotati di parapetti, a parte due. Uno di questi è il Ponte del Diavolo sull’isola di Torcello, l’altro è quello trattato in questo articolo. Ponte Chiodo deve il suo nome all’omonima e nobile famiglia che lo possedeva. Infatti, non si trattava di un ponte pubblico, ma conduceva ad abitazioni private e proprio per il fatto di essere privato, non si è dovuto adeguare ai parapetti. Oggi, dopo il Ponte di Rialto e il Ponte dei Sospiri, risulta essere il terzo ponte più fotografato di Venezia. C’è sempre la fila per potersi fare una foto su questo ponte senza sponde. E pensare che un tempo era l’esatto opposto, tant’è che il Ponte de le Bande, tuttora esistente, per differenziarlo dagli altri, venne chiamato cosi proprio perché aveva le sponde (chiamate “bande” a Venezia).

Venezia è quindi molto più di quanto si possa immaginare a prima vista. E noi, qui a Hinc Domus, non vediamo l'ora di svelarvi tutti i suoi segreti. Siamo pronti a guidarvi attraverso itinerari autentici e gemme nascoste che renderanno il vostro viaggio indimenticabile. Prenota ora il tuo soggiorno presso Hinc Domus e preparati per una caccia ai tesori nascosti di Venezia!